Il disturbo primario del linguaggio

IL DISTURBO PRIMARIO DEL LINGUAGGIO (DPL)
Il DPL ad oggi è tra i principali motivi per cui viene contattato un logopedista, essendosi ormai diffusa la conoscenza di questi disturbi e dei primi campanelli d’allarme. Approfondiamo però alcune informazioni per riconoscerlo, sapere a chi rivolgersi e cosa fare.
Il DPL è la difficoltà nella produzione verbale e nella comprensione con assenza di compromissioni sensoriali (sordità) o difficoltà motorie. Frequentemente sono proprio i genitori a segnalare il ritardo nella comparsa delle prime parole o frasi, ma anche la produzione di suoni distorti e non comprensibili. In questa fase è necessario essere tempestivi! Molto spesso viene consigliato di attendere l’ingresso alla scuola dell’infanzia per una maggiore stimolazione che permetterà al bambino di “sbloccarsi” e ritornare in linea con le tappe di sviluppo del linguaggio. Non è sempre così! La scuola è sicuramente fonte di grande stimolazione, ma non un percorso mirato a trattare quello che è un disturbo. Dopo essersi confrontati con il pediatra di fiducia, è bene rivolgersi a un professionista (medico neuropsichiatra infantile, logopedista) che possa valutare lo sviluppo del linguaggio del bambino con strumenti standardizzati e chiarire al meglio i dubbi dei genitori. In seguito alla valutazione, sarà possibile definire la necessità o meno di un percorso e stilare gli obiettivi da raggiungere. Genitori e familiari possono comunque intervenire attivamente per stimolare al meglio lo sviluppo del linguaggio dei piccoli. Ecco quindi alcuni consigli e attività da fare facilmente a casa.

  1. Create l’angolo della lettura, dove il bambino potrà prendere i libri che più gli piacciono e guardarli da solo o chiedere il vostro aiuto. I libri sono una ottima fonte di stimolazione per il linguaggio ma devono essere adeguati all’età, fatevi consigliare in libreria.
  2. Sistemare la spesa insieme, come anche andare al supermercato, è una delle attività che permettere di categorizzare e ripetere più volte le stesse parole. Tante ripetizioni in ambienti e momenti diversi, permettono la memorizzazione del termine.
  3. Non chiedete in maniera insistente di dire un nome o ripetere una parola correttamente! Il bambino sarà frustrato e probabilmente deciderà di terminare l’attività in corso. Provate a diventare il suo modello ripetendo voi stessi il termine nel modo corretto o create una piccola frase. Scoprirete che dopo poco il vostro piccolo cercherà di ripetere.
  4. Date modo ai bambini di guardare la vostra bocca quando parlate, i piccoli potranno imitarvi partendo proprio dai vostri movimenti.
  5. Lasciate il tempo e lo spazio per intervenire nella conversazione, anche se sarà solo con un gesto o una parola. Il bambino ha necessità di sperimentare e capire la modalità migliore per essere compreso.
    Mi trovate ad Aprilia presso il Polistudio Futura (via Donizetti 30) o a Nettuno presso l’Asilo Nido Famiglia La Casa di Malù (via dei garofani 2).

Dott.ssa Logopedista Giorgia Giovannelli
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